Dopo un lungo volo, è finalmente giunta l’ora di scendere dall’aereo e ricongiungerti con la tua amata valigia per poter dare così inizio alla tanto agognata vacanza, quindi ti rechi nell’area adibita a ritiro bagagli, recuperi in fretta la valigia e sali sul mezzo che ti porterà direttamente in hotel.

Questo è ciò che accade nella grandissima maggioranza dei casi, ma può succedere che, lungo il percorso che fa il bagaglio dall’area check-in dell’aeroporto di partenza all’area per il ritiro bagagli dell’aeroporto di destinazione, qualcosa vada storto. Per capire cosa, però, occorre prima capire il percorso che normalmente fanno i bagagli da quando li lasci a quando li recuperi.

Fase 1

All’arrivo in aeroporto, se hai un bagaglio da imbarcare in stiva, ti rechi all’accettazione, dove l’hostess/steward di terra, dopo aver pesato la valigia, vi appone un’etichetta che sarà fondamentale per tutto il resto del viaggio. L’etichetta contiene il nome del proprietario, il codice identificativo del bagaglio, un codice a barre e il codice aeroportuale, ovvero quelle tre lettere che identificano l’aeroporto di destinazione, come ad esempio “FCO” per Roma Fiumicino.

Fase 2

Apposta l’etichetta, il bagaglio viene rapito dal nastro trasportatore e scompare dietro un telo di gomma; è così che ha inizio il suo viaggio verso l’aereo. Ma come funziona nello specifico? Dall’area check-in parte un lungo e intricato sistema di nastri trasportatori che, attraverso la lettura del codice a barre, permettono lo smistamento dei bagagli in maniera automatizzata. A un certo punto del loro percorso, i bagagli finiscono poi in un’area in cui vengono controllati coi raggi x e in questa fase, qualora vi siano dei problemi, vengono direzionati verso degli addetti che ne controllano il contenuto; se invece il controllo non dà adito a dubbi, i bagagli continuano il loro viaggio verso l’aereo senza ulteriori interruzioni.

Fase 3

I bagagli, dopo chilometri di nastri trasportatori, giungono fino alle stazioni di smistamento del gate, dove gli addetti mettono i bagagli su un carrello e li portano fino alla stiva dell’aereo, collocandoli in maniera tale da bilanciare il peso del velivolo. Quando i passeggeri e i loro relativi bagagli sono a bordo, l’aereo decolla.

Fase 4

All’atterraggio, gli addetti scaricano le valigie dall’aereo e le mettono su nastri trasportatori che le conducono fino all’area adibita a ritiro bagagli. Il passeggero può così recuperare la sua valigia e lasciare l’aeroporto felice e contento.

Bene, ciò accade nel 99% dei casi ma, purtroppo, non nella totalità.

Può capitare infatti che, una volta arrivati alla baggage claim area, si aspetti, si aspetti… si speri ancora un po’ di veder spuntare la propria valigia dal nastro trasportatore, ma che poi, dopo una quarantina di minuti e dopo aver controllato anche sugli altri nastri trasportatori, ci si debba arrendere all’evidenza: la valigia non è arrivata.

 

Tra le possibilità, queste tre sono sicuramente le più frequenti:

  • Premesso che il bagaglio, a meno di impedimenti, deve sempre volare assieme al passeggero, seguendolo in ogni scalo, può capitare che in viaggi con uno o più scali e brevi margini di tempo tra uno e l’altro, non si faccia in tempo a recuperare il bagaglio dal primo aereo e imbarcarlo sul secondo;
  • Come abbiamo detto, l’etichetta che viene apposta al check-in è di fondamentale importanza per far sì che il bagaglio arrivi a destinazione correttamente. Questa potrebbe venir danneggiata o potrebbe strapparsi lungo il tragitto. Oppure qualche viaggiatore nostalgico potrebbe non aver tolto le etichette di viaggi precedenti, e durante lo smistamento il sistema potrebbe aver scansionato il vecchio codice a barre invece che il nuovo, determinando quindi l’imbarco su un aereo sbagliato;
  • Nel percorso dal carrello all’aereo, e viceversa, il bagaglio potrebbe cadere.

 

Di come comportarsi in questi casi ne abbiamo già parlato in questo articolo, ma ci teniamo a ribadire che è necessario che tu vada subito all’ufficio Lost and Found e compili il PIR (Property Irregularity Report), ossia un documento nel quale denunci la scomparsa della valigia; i dati verranno poi inseriti in un database nel quale si catalogano tutte le valigie perse e recuperate del mondo, e degli addetti si occupano di trovare le corrispondenze tra ritrovamenti e denunce di smarrimento.

 

Solitamente, grazie al database, il bagaglio viene rintracciato in 24 ore e poi consegnato all’indirizzo indicato dal passeggero, e circa 9 volte su 10 il proprietario riesce a recuperare il suo bagaglio entro 48 ore.

Alcune valigie però non rivedono più il loro legittimo proprietario. Difatti, dopo 90 giorni che vengono tenute in custodia in aeroporto e non vengono reclamate, o non si trova corrispondenza con una denuncia di smarrimento, l’aeroporto può disfarsene. E il contenuto di queste sfortunate valigie, quando non viene buttato, viene donato in beneficenza oppure venduto.  Qui puoi trovare un negozio – sia fisico, in Alabama, che online – che si occupa di rivendere beni contenuti in valigie la cui proprietà non è mai stata effettivamente rivendicata. Interessantissima, tra l’altro, la loro sezione con le cose più assurde che hanno trovato all’interno delle valigie, come ad esempio un serpente a sonagli ancora vivo oppure una particolare macchina fotografica della NASA con dentro le foto scattate dallo Space Shuttle.

Non temere però, perché la statistica è dalla tua parte: a subire ritardi sono soltanto 5,73 valigie ogni mille, e di queste, soltanto il 7% non vengono più ritrovate, quindi è davvero improbabile che, in caso di problemi, tu non riesca più a ritrovare la tua valigia. Non ci resta che augurarti buon viaggio!